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“Per far crescere la scuola servono autovalutazione e orientamento, non graduatorie”

Di Andrea Cammelli, fondatore nel 1994 e direttore del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

Il Profilo dei Diplomati 2014 rappresenta una risposta concreta e tempestiva a due nodi cruciali, oggi al centro del dibattito sul sistema scolastico italiano: la necessità, da un lato, di una diffusa e condivisa cultura dell’autovalutazione all’interno del mondo della scuola e, dall’altro, l’opportunità di offrire agli studenti un orientamento più mirato alle proprie esigenze individuali.

Autovalutazione e orientamento sono quindi gli elementi distintivi di questo XII Rapporto, basato prima di tutto sulla convinzione che un Paese come il nostro debba dotarsi degli strumenti necessari per evitare di dissipare un bene prezioso come il proprio capitale umano. Un’urgenza per il Paese, come evidenzia la recente direttiva triennale in merito alla valutazione del sistema scolastico firmata dal Ministro dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca e inserita nel Rapporto “La Buona Scuola” che individua tra le sue priorità strategiche la progressiva introduzione – nelle istituzioni scolastiche – di un processo di valutazione finalizzato a: 1. miglioramento della qualità dell’offerta formativa; 2. riduzione della dispersione scolastica (e, più in generale, dei casi di insuccesso); 3. riduzione delle differenze tra scuole e tra aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti; 4. rafforzamento delle competenze di base degli studenti, valorizzazione degli esiti occupazionali e formativi post-diploma. Tutto questo anche nell’ottica di consentire un virtuoso confronto internazionale.

In questo contesto, diventa centrale il ruolo svolto da AlmaDiploma, l’associazione di scuole nata nel 2000 – sul modello del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea e da esso sostenuta – che, attraverso il XII Rapporto sul Profilo dei Diplomati 2014, realizza il suo primo intento: quello di contribuire, mediante la documentazione raccolta, alla diffusione della cultura dell’autovalutazione per determinare un miglioramento della scuola nel suo complesso e consentire, attraverso la lettura attenta dei dati, a dirigenti scolastici e docenti di disporre di informazioni affidabili e continuative a supporto delle decisioni che sono chiamati a prendere in merito al sistema scuola. Decisioni che coinvolgono anche famiglie e studenti, il mondo dell’impresa – pubblica e privata – e i policy makers.

Il Rapporto, che offre la possibilità di operare utili confronti tra i diversi indirizzi di studio e di approfondire numerosi aspetti - quali il background familiare, le performance di studio, le differenze di genere - si distacca completamente dalla logica delle graduatorie, spesso fuorvianti e dannose, basate su aridi punteggi che non hanno altro compito se non quello di mettere in competizione, senza alcun beneficio, gli Istituti, senza dare conto di un intero percorso, del contesto socio-culturale e del valore aggiunto costituito dall’istruzione.

I dati di AlmaDiploma, che indagano caratteristiche di studio, giudizi e prospettive di circa 40mila diplomati, rappresentano invece uno strumento prezioso, messo a disposizione di chi ha il compito di “deliberare” per far funzionare meglio la propria scuola e, più in generale, l’intero sistema formativo, ma anche per chi ha il diritto di poter scegliere il proprio futuro. E’ il primo, fondamentale, passaggio, “conoscere per deliberare”, come ricordava Luigi Einaudi”.

Il secondo obiettivo, al quale AlmaDiploma ha dedicato negli ultimi anni un impegno crescente, grazie a un percorso ad hoc è AlmaOrièntati, che offre ai giovani diplomandi non solo informazioni sul post-diploma, ma anche la possibilità di confrontarsi con le proprie potenzialità e le proprie aspirazioni. Un orientamento tanto più necessario se si tiene conto che ancora oggi solo il 30 per cento dei 19enni accede agli studi universitari (anche per l’assenza di una seria politica di diritto allo studio); 82 immatricolati su cento provengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari e 15 immatricolati su cento (che vengono da famiglie meno favorite), abbandonano nel corso del primo anno di università.

Da quest’ultimo Rapporto viene tra l’altro confermato che, se tornassero ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, 46 su cento cambierebbero l’indirizzo di studio e/o la scuola, mentre 54 diplomati su cento ripeterebbero lo stesso corso. Probabilmente, un’organizzazione scolastica superiore basata su un primo biennio comune a tutti gli indirizzi di studio e il posticipo della vera e propria scelta a 16 anni consentirebbe al giovane di compiere una valutazione più matura e consapevole. Proprio per tutti questi elementi, il modello AlmaDiploma-AlmaOrièntati è sempre più condiviso dalle istituzioni scolastiche di numerose regioni: Puglia, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Sicilia, Campania e Lombardia, e ad oggi rende disponibili complessivamente 300 mila curricula di neodiplomati e diplomati con decennale esperienza per favorire il loro ingresso nel mondo  del lavoro.


Pubblicato su "Il Sole 24 Ore" il 4 dicembre 2014



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